ALLUCE RIGIDO


NUOVA TECNICA ARTROSCOPICA E PERCUTANEA

L'artrosi primaria dell'articolazione metatarso-falangea-sesamoidea del I raggio è conosciuta come alluce rigido, una condizione caratterizzata da riduzione dell'articolarità soprattutto in dorsiflessione, da importante dolore e dalla formazione di osteofiti dorsali sia a livello della testa metatarsale che della falange.

L'incidenza nella popolazione è intorno al 2-4% in progressivo aumento con una prevalenza in donne in età compresa tra i 30 e i 60 anni. E' una tecnica ora molto utilizzata per riprendere vecchi interventi di correzione alluce valgo esitati in alluce rigido.

Le diverse tecniche chirurgiche eseguite fino ad oggi necessitano apertura della capsula articolare con un vero e proprio taglio che necessita per visualizzare la parte articolare.

Presso il nostro centro di Verona eseguiamo da circa un anno una tecnica mista artroscopica e percutanea (senza taglio chirurgico, ma solo con mini accessi di 2-3 mm) che permette di risolvere le problematiche dell'alluce rigido con metodica mini invasiva (MIS - Mini Invasive Surgery). Solo in casi molto gravi, con completa perdita del range articolare metatarso falangeo l'articolazione viene sostituita da un impianto protesico.

Il paziente viene ricoverato in day surgery (operato la mattina e dimesso il pomeriggio)  e può concedere carico immediato al piede operato (senza uso di stampelle) mediante sandalo (tipo Valgostop).

 
POSSIBILI COMPLICANZE

Durante I'intervento chirurgico:
Nonostante la massima cura ed attenzione da parte del chirurgo, in corso d'intervento si possono presentare delle complicazioni. Queste vengono solitamente identificate e risolte immediatamente senza compromettere le possibilità di successo terapeutico. Fra queste sono possibili:

1. danni ai tessuti molli circostanti (es. tendini e muscoli);

2. lesioni ai nervi che possono provocare, nonostante la riparazione chirurgica, disturbi permanenti di tipo sensitivo (ad es. la perdita di sensibilità di un'area cutanea). Lesioni nervose possono talvolta essere dovute a compressione, conseguente allo specifico posizionamento che il paziente deve assumere durante I'intervento; i disturbi conseguenti ad una compressione nervosa sono nella
grande maggioranza dei casi transitori;

3. lesioni cutanee provocate da sostanze disinfettanti e/o dall'uso dell'elettrobisturi;

4. rottura dello strumentario.

 
POSSIBILI COMPLICANZE
Nei post-operatorio:

- marcato e persistente gonfiore del piede: è una complicanza minore che si risolve generalmente con applicazione di ghiaccio e maggiore riposo, mantenendo l'arto in posizione elevata;

- flebotrombosi della gamba: è una occlusione di una delle vene della gamba che si manifesta con importante gonfiore doloroso della gamba stessa e del piede. Se non trattata questa patologia può causare una embolia polmonare per il distacco di una parte del trombo (si manifesta con dolore toracico, difficoltà respiratoria e tosse). Per minimizzare i rischi di tali evenienze deve essere assunta una profilassi con eparina a basso peso molecolare nei post-operatorio;

- ritardo di cicatrizzazione della ferita: può dipendere da alterazioni della circolazione locale e presentare diverse forme di gravità clinica, da semplici discromie con ipertrofia della cicatrice, fino a vere e proprie piaghe con necrosi dei tessuti. Tale complicanza è favorita da patologie generali preesistenti (quali il diabete, le vasculopatie periferiche, ecc.) e anche dal fumo;

- ritardo o mancata consolidazione dell'osteotomia: può essere causa di dolore persistente e richiedere nei tempo un successivo intervento chirurgico; generalmente si verifica in caso d'infezione o traumi avvenuti durante la formazione del callo osseo. I ritardi di consolidazione si verificano nei circa 10% dei casi e sono possibili soprattutto nei casi di importanti traslazioni della testa metatarsale; tuttavia nella grandissima maggioranza dei casi arrivano a completa guarigione entro i 2 anni, senza trattamenti specifici, tanto che le mancate consolidazioni oltre i 2 anni (pseudoartrosi) rappresentano il 2 per 1000 del totale;

- infezione: può interessare solo la ferita e i tessuti molli circostanti o arrivare al tessuto osseo. Più spesso si tratta di infezioni superficiali, risolvibili con terapia antibiotica e medicazioni accurate, ma nei casi più gravi può essere necessario un nuovo intervento chirurgico di pulizia locale; le infezioni più profonde sono spesso causa di ritardata o mancata consolidazione dell'osteotomia;

- perdita della correzione con parziale recidiva della deformità: indipendentemente dalla tecnica chirurgica utilizzata, il mantenimento della correzione è condizionato anche dalle qualità meccaniche dei tessuti molli periarticolari; in relazione all'età o ad altri fattori costituzionali e/o locali, non si può escludere un parziale cedimento futuro di tali tessuti con tendenza ad una recidiva della patologia;

- perdita della correzione con dislocazione della testa dorsalmente o plantarmente: questo è possibile anche dopo interventi correttamente eseguiti, per micromovimenti della testa osteotomizzata prima che questa arrivi a completa consolidazione. Le motivazioni sono analoghe ai casi di recidiva della deformità in valgo;

- perdita parziale di mobilità della prima metatarso-falangea: la migliore prevenzione è un'intensa e precoce mobilizzazione dell'alluce alla rimozione del bendaggio; in qualche caso però la perdita di articolarità può verificarsi anche nonostante un intenso programma riabilitativo e in caso di dolore e difficoltà di deambulazione è possibile dover reintervenire chirurgicamente per asportare le aderenze cicatriziali  neoformate,  solitamente con  un  nuovo intervento artroscopico,  che permette di ottenere un soddisfacente recupero articolare;

- sovraccarico delle teste metatarsali laterali: possibile in caso di eccessivo sovraccarico deambulatorio da alterazione della postura di tipo antalgico.


QUANDO CONTATTARE IL CHIRURGO:

- Improvviso gonfiore con forte dolore, senso di tensione o pulsazione del piede

- Se compare febbre oltre 38°C

- Se le dita del piede e la caviglia diventano molto scure e perdono sensibilità

- In caso di sanguinamento delle ferite con imbibizione della medicazione (una piccola quantità di sangue sulla fasciatura è normale)

- Cefalea e/o nausea persistente.