METATARSALGIA


Metatarsalgia è un termine generico che non specifica una precisa condizione, ma più generalemente un sintomo che ha varie cause. E' uno dei più comuni tipi di dolori del piede ed è più frequente nel sesso femminile.

La metatarsalgia è definita come dolore a livello della parte plantare dell'avanpiede ed è generalmente associata a punti di sovraccarico a livello delle teste metatarsali come confermato dalla presenza di ipercheratosi in queste sedi.

La patogenesi è spesso di origine infiammatoria (malattie reumatiche), metaboliche (diabete), neurologiche (paralisi spastiche), congenite (multifattoriali). Esistono anche metatarsalgie secondarie a problematiche conseguenti a traumi e a fratture associate dell'arto inferiore.


L'INTERVENTO

La correzione delle metatarsalgie avviene mediante ostotomie metatarsali che vengono da noi eseguite con metodiche mini invasive percutanee. Questo permette un'immediata ripresa deambulatoria in carico pieno protetto da una specifica calzatura a suola piatta e rigida.

Il paziente viene ricoverato in day surgery (operato la mattina e dimesso il pomeriggio)  e può concedere carico immediato al piede operato (senza uso di stampelle).

 
POSSIBILI COMPLICANZE

Durante I'intervento chirurgico:

Nonostante la massima cura ed attenzione da parte del chirurgo, in corso d'intervento si possono presentare delle complicazioni. Queste vengono solitamente identificate e risolte immediatamente senza compromettere le possibilita di successo terapeutico. Fra queste sono possibili:

  1. • danni ai tessuti molli circostanti (es. tendini e muscoli);
  2. • lesioni ai nervi che possono provocare, nonostante la riparazione chirurgica, disturbi permanenti di tipo sensitivo (ad es. la perdita di sensibilità di un'area cutanea). Lesioni nervose possono talvolta
    essere dovute a compressione, conseguente allo specifico posizionamento che il paziente deve assumere durante l'intervento; i disturbi conseguenti ad una compressione nervosa sono nella
    grande maggioranza dei casi transitori;
  3. • lesioni cutanee provocate da sostanze disinfettanti e/o dall'uso dell'elettrobisturi;
  4. • rottura dello strumentario.

 
FASE POST-OPERATORIA DOMICILIARE

II paziente può concedere il carico sul piede operato senza le stampelle, indipendentemente da quante dita sono state operate, indossando un'apposita calzatura post-operatoria a suola piatta e rigida. L'uso di una calza comoda è necessaria per la protezione della medicazione.
La fasciatura non deve mai essere bagnata, modificata o asportata. Soprattutto nei primi giorni dopo l'intervento, l'arto deve essere mantenuto tendenzialmente in posizione elevata, per evitare la comparsa di eccessiva tumefazione (un po' di gonfiore ed ematoma del piede e delle dita sono comunque normali).
Vanno assunte la terapia antibiotica e antitrombotica come specificate nella lettera di dimissione. Si raccomanda inoltre di assumere gli antidolorifici indicati non appena compare un po' di dolore (soprattutto nei primi giorni dopo I'intervento).

Le medicazioni vengono rinnovate secondo una tempistica stabilita dal chirurgo. Una volta rimosso definitivamente il bendaggio è fondamentale eseguire tempestivamente un ciclo di fisiochinesiterapia per il recupero articolare dell'alluce, con esercizi sia attivi che passivi. E' opportuno nelle prime fasi affidarsi a centri riabilitativi per seguire un programma specifico di recupero.   Viene inoltre consigliato in questa fase, l'uso di un sandalo medicale, opportunamente conformato per questo tipo d'intervento, provvisto di soletta di sostegno della volta plantare e scarico delle teste metatarsali, con mantenimento dinamico dell'allineamento dell'alluce operato (es. calzatura Valgostop ®).

Dopo circa 3-4 mesi dall'intervento, deve essere effettuata una visita di controllo ambulatoriale dal chirurgo operatore, con una radiografia recente del piede operato, eseguita sotto carico, per verificare il processo di guarigione della o delle osteotomie e il recupero dell'articolarità. Salvo diversa indicazione del curante, non è necessario eseguire controlli radiografici prima del periodo indicato,  in quanto il processo riparativo risulterebbe ancora incompleto.


POSSIBILI COMPLICANZE

Nei post-operatorio:

•  marcato e persistente gonfiore del piede:
è una complicanza minore che si risolve generalmente con applicazione di ghiaccio e maggiore riposo, mantenendo I'arto in posizione elevata;


•  flebotrombosi della gamba:
è una occlusione di una delle vene della gamba che si manifesta con importante gonfiore doloroso della gamba stessa e del piede. Se non trattata questa patologia può causare una embolia polmonare per il distacco di una parte del trombo (si manifesta con dolore toracico, difficoltà respiratoria e tosse). Per minimizzare i rischi di tali evenienze deve essere assunta una profilassi con eparina a basso peso molecolare nei post-operatorio;


•  ritardo di cicatrizzazione della ferita: 
può dipendere da alterazioni della circolazione locale e presentare diverse forme di gravità clinica, da semplici discromie con ipertrofia della cicatrice, fino a vere e proprie piaghe con necrosi dei tessuti. Tale complicanza è favorita da patologie generali preesistenti (quali il diabete, le vasculopatie periferiche, ecc.) e anche dal fumo;


•  ritardo o mancata consolidazione dell'osteotomia: 
può essere causa di dolore persistente e richiedere nei tempo un successivo intervento chirurgico; generalmente si verifica in caso d'infezione o traumi avvenuti durante la formazione del callo osseo. I ritardi di consolidazione si verificano nei circa 10% dei casi e sono possibili soprattutto nei casi di importanti traslazioni della testa metatarsale; tuttavia nella grandissima maggioranza dei casi arrivano a completa guarigione entro i 2 anni, senza trattamenti specifici, tanto che le mancate consolidazioni oltre i 2 anni (pseudoartrosi) rappresentano il 2 per 1000 del totale;

•  infezione:
può interessare solo la ferita e i tessuti molli circostanti o arrivare al tessuto osseo. Più spesso si tratta di infezioni superficiali, risolvibili con terapia antibiotica e medicazioni accurate, ma nei casi più gravi puo essere necessario un nuovo intervento chirurgico di pulizia locale; le infezioni più profonde sono spesso causa di ritardata o mancata consolidazione dell'osteotomia;


•  perdita della correzione con parziale recidiva della deformità:
indipendentemente dalla tecnica chirurgica utilizzata, il mantenimento della correzione è condizionato anche dalle qualità meccaniche dei tessuti molli periarticolari; in relazione all'età o ad altri fattori costituzionali e/o locali, non si può escludere un parziale cedimento futuro di tali tessuti con tendenza ad una recidiva del valgismo dell'alluce;


•  perdita della correzione con dislocazione della testa dorsalmente o plantarmente:
questo è possibile anche dopo interventi correttamente eseguiti, per micromovimenti della testa osteotomizzata prima che questa arrivi a completa consolidazione. Le motivazioni sono analoghe ai casi di recidiva della deformità in valgo;


•  perdita parziale di mobilità della metatarso-falangea:
l
a migliore prevenzione è un'intensa e precoce mobilizzazione dell'alluce alla rimozione del bendaggio; in qualche caso però la perdita di articolarità può verificarsi anche nonostante un intenso programma riabilitativo e in caso di dolore e difficoltà di deambulazione è possibile dover reintervenire chirurgicamente per asportare le aderenze cicatriziali  neoformate,  solitamente con  un  intervento artroscopico,  che permette di ottenere un soddisfacente recupero articolare;


•  sovraccarico delle teste metatarsali laterali:
possibile in caso di eccessivo accorciamento del secondo raggio costringendo ad un'andatura sul bordo esterno del piede che tende a sovraccaricare in modo doloroso i raggi laterali. Da tenere presente che l'accorciamento del raggio può verificarsi in fase di consolidazione dell'osteotomia, nonostante l'intervento sia stato correttamente eseguito;

 

 
QUANDO CONTATTARE IL CHIRURGO:

  1. •  Improvviso gonfiore con forte dolore, senso di tensione o pulsazione del piede
  2. •  Se compare febbre oltre 38°C
  3. •  Se le dita del piede e la caviglia diventano molto scure e perdono sensibilità
  4. •  In caso di sanguinamento delle ferite con imbibizione della medicazione (una piccola quantità di sangue sulla fasciatura è normale)
  5. •  Cefalea e/o nausea persistente.