FASCITE PLANTARE


La fascite plantare è caratterizzata da un'importante dolore nel punto dove la fascia plantare si inserisce sul calcagno generalmente in relazione ad un prolungato periodo di stazione eretta o deambulazione, è spesso accompagnato da un'esostosi (sperone) che si forma dall'apofisi mediale alla tuberosità calcaneale lungo l'inserzione delle fibre miofasciali (fascia plantare) al calcagno.

La patogenesi di questa malattia è provocata da meccanismi infiammatori (patologie reumatologiche), da alterazioni metaboliche (diabete) o da fenomeni di sovraccarico (obesità).


GESTIONE INCLUENTA

Circa il 90% di queste patologie trae grosso beneficio da terapie locali. Lo stretching muscolo tendineo, terapie quali TECAR e LASER, terapie infiltrative, sono in grado di ridurre progressivamente la patologia infiammatoria e di permettere una ripresa progressiva di deambulazione e sport.


L'INTERVENTO
Il trattamento chirurgico prevede la fasciotomia percutanea che può essere combinata all'asportazione di parte dello sperone calcaneale.

Il paziente viene ricoverato in day surgery (operato la mattina e dimesso il pomeriggio)  e può concedere carico immediato al piede operato (senza uso di stampelle).


POSSIBILI COMPLICANZE

Durante l'intervento chirurgico:
Nonostante la massima cura ed attenzione da parte del chirurgo, in corso d'intervento si possono presentare delle complicazioni. Queste vengono solitamente identificate e risolte immediatamente senza compromettere le possibilità di successo terapeutico. Fra queste sono possibili:

  1. danni ai tessuti molli circostanti (es. tendini e muscoli);
  2. lesioni ai nervi che possono provocare, nonostante la riparazione chirurgica, disturbi permanenti di tipo sensitivo (ad es. la perdita di sensibilità di un'area cutanea). Lesioni nervose possono talvolta essere dovute a compressione, conseguente allo specifico posizionamento che il paziente deve assumere durante l'intervento; i disturbi conseguenti ad una compressione nervosa sono nella grande maggioranza dei casi transitori;
  3. lesioni cutanee provocate da sostanze disinfettanti e/o dall'uso dell'elettrobisturi;
  4. rottura dello strumentario.

 
POSSIBILI COMPLICANZE

Nei post-operatorio:

  1. • marcato e persistente gonfiore del piede:
  2. è una complicanza minore che si risolve generalmente con applicazione di ghiaccio e maggiore riposo, mantenendo l'arto in posizione elevata;
  1. • flebotrombosi della gamba:
    è una occlusione di una delle vene della gamba che si manifesta con importante gonfiore doloroso della gamba stessa e del piede. Se non trattata questa patologia può causare una embolia polmonare per il distacco di una parte del trombo (si manifesta con dolore toracico, difficoltà respiratoria e tosse). Per minimizzare i rischi di tali evenienze deve essere assunta una profilassi con eparina a basso peso molecolare nei post-operatorio;
  1. • ritardo di cicatrizzazione della ferita: 
    può dipendere da alterazioni della circolazione locale e presentare diverse forme di gravità clinica, da semplici discromie con ipertrofia della cicatrice, fino a vere e proprie piaghe con necrosi dei tessuti. Tale complicanza è favorita da patologie generali preesistenti (quali il diabete, le vasculopatie periferiche, ecc.) e anche dal fumo;
  1. • infezione:
    può interessare solo la ferita e i tessuti molli circostanti o arrivare al tessuto osseo. Più spesso si tratta di infezioni superficiali, risolvibili con terapia antibiotica e medicazioni accurate, ma nei casi più gravi può essere necessario un nuovo intervento chirurgico di pulizia locale; le infezioni più profonde sono spesso causa di ritardata o mancata consolidazione dell'osteotomia;
  1. • sovraccarico delle teste metatarsali laterali:
  2. possibile in caso di eccessivo sovraccarico deambulatorio da alterazione della postura di tipo antalgico.


QUANDO CONTATTARE IL CHIRURGO:

•  Improvviso gonfiore con forte dolore, senso di tensione o pulsazione del piede

•  Se compare febbre oltre 38°C

    •  Se le dita del piede e la caviglia diventano molto scure e perdono sensibilità
    •  In caso di sanguinamento delle ferite con imbibizione della medicazione (una piccola quantita di sangue sulla fasciatura è normale)
    •  Cefalea e/o nausea persistente.